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Le colline e le montagne delle Marche per
la varietà di essenze vegetali e pascoli spontanei sono sane e
ricche di foraggi di alta qualità, poiché da sempre i contadini
marchigiani alternavano cavalli, bovini e ovini, per sfruttare
meglio il terreno e non rovinare il pascolo, dato il diverso
modo di brucare. Quindi le razze animali marchigiane nascono in
questo contesto ambientale e culturale.
Le carni dei diversi animali hanno
caratteristiche fisico-chimiche fra loro differenti, così come
le carni di uno stesso animale a un diverso stadio della
crescita. In termini generali, la parte muscolare di un
mammifero adulto è costituita da circa il 75% di acqua, il 19%
di proteine, 2,5% di grasso intramuscolare, 1,2%
di carboidrati e 2,3% di sostanze solubili non proteiche.
Dal punto di vista merceologico, la qualità
delle carni è definita da diversi fattori:
COLORE, che varia in dipendenza della
specie animale, del sesso (la carne degli individui di sesso
maschile presenta un colore più vivo di quella delle femmine),
dell'età (le carni degli adulti sono più scure di quelle dei
giovani) e dell'alimentazione. I principali fattori che
determinano il colore sono la concentrazione
di mioglobina (pigmento proteico di colore rosso), la struttura
delle fibre muscolari e la quantità di grasso di marezzatura.
Quando la mioglobina viene a contatto con l'ossigeno,
si ossida convertendosi in ossimioglobilna che è di colore rosso
brillante, una eccessiva ossidazione trasforma la mioglobina in
metamioglobina, che conferisce alla carne un colore rosso scuro.
ODORE, variabile con la specie, l'età, il
sesso e l'alimentazione dell'animale. Le carni fresche
presentano in genere odore non forte, simile a quello dell'acido
lattico, e nel quale si avvertono le sfumature dovute
all'alimentazione. Il
sapore della carne varia con la specie. Anche l'età influenza
questo parametro: le carni degli animali giovani hanno gusto più
delicato rispetto a quelle degli individui adulti.
CONSISTENZA, che dipende dall'età
dell'animale. I muscoli degli individui giovani presentano
consistenza minore di quelli degli adulti. Anche il grasso
contribuisce a determinare questa caratteristica. Negli animali
adulti, come il bue, il maiale, la capra, il cavallo, la carne
si presenta quindi soda, mentre in quelli più giovani tenera.
FINEZZA: dipende dalla quantità e dal tipo
di tessuto connettivo presente nei muscoli. Tagliando la carne
trasversalmente si può osservare l'aspetto dei fasci muscolari
riuniti in lobuli dal tessuto connettivo (grana). Le carni di
cavallo e di vitello, morbide e vellutate, vengono considerate
"finissime"; quelle di manzo e vitellone fini; quelle di bue,
ruvide e asciutte, grossolane. La finezza delle carni dipende
anche dalla tessitura, evidenziata dalla disposizione dei fasci
muscolari e dalla quantità di tessuto connettivo interposto tra
essi. Le carni di manzo hanno tessitura compatta, quelle di
vacca poco compatta, quelle di vitello molto lassa.
SUCCOSITA’: è dovuta all'acqua liberata
dalla carne durante la masticazione. Dipende dallo stato delle
proteine muscolari, dal grado di acidità, dalla durata della
frollatura e dalla quantità di grasso.
Tra questi aspetti, il colore è quello che
definisce una prima suddivisione delle carni, in quanto la
concentrazione di mioglobina determina una diversa colorazione
delle carni; in generale, si definiscono
CARNI ROSSE, le carni degli animali da
macello adulti come bue, cavallo, montone e di alcuni volatili
come faraona, oca, piccione e anatra;
CARNI BIANCHE, quelle di pollo, tacchino,
coniglio, quelle dei pesci e quelle degli animali giovani come
agnello e capretto.
CARNI ROSATE, le carni di suino e vitello.
In aggiunta a queste e a seconda degli usi
locali, sono utilizzate per il consumo alimentare le carni di
animali selvatici. Tali carni sono individuate comunemente come
"selvaggina" e spesso denominate, sempre per il colore, carni
nere.
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