MELA ROSA - PIANELLA - ROSETTA -
DURELLA - APPIETTA
 
  Diffusione: tutta la fascia collinare pre-appenninica, in particolare il comprensorio della Comunità Montana dei Sibillini. Si tratta di una varietà - popolazione il cui biotipo tradizionale marchigiano si individua per lo più nell'area pre-appeninica dei monti Sibillini ed è quello che viene denominato "mela rosa marchigiana". Frutto medio-piccolo, irregolare, di forma appiattita asimmetrica, buccia liscia di medio spessore od anche spessa, di colore verde intenso soffuso o striato di colore rosso-vinoso (comunemente detto rosa). Il frutto ha un peduncolo molto corto e presenta una rugginosità localizzata nella zona peduncolare. Polpa di colore bianco traslucido, soda, croccante, di sapore zuccherino acidulo e profumata, molto serbevole. Le piante di mela rosa presentano un'ottima resistenza al freddo ed i frutti manifestano una buona resistenza alla ticchiolatura ed alle più comuni avversità biotiche. Per tale motivo le piante risultano idonee per una coltivazione a basso impatto ambientale. Abbastanza produttiva ma di lenta entrata in produzione, se innestata su proprio piede. Il consumo avviene preferibilmente a cominciare dal tardo autunno ed anche dopo lunga conservazione, fino ad inizio primavera dell'anno successivo. Oltre al consumo fresco, i frutti venivano utilizzati anche per cottura sotto brace o al forno o per confezionare vari tipi di dolci. Particolare è la preparazione di una marmellata di mela rosa e menta riscontrata nel comune di Macerata. La raccolta avviene a mano. La pianta è assai vigorosa con tardiva messa a frutto. I frutti preferiscono ambienti di conservazione non condizionati, di tipo tradizionale, ove acquisiscono le peculiari caratteristiche organolettiche durante la conservazione. Tradizionalmente tali locali consistevano nei "melari" ricavati all'aperto nei pagliai e fienili od anche nei cesti posti sulle biforcazioni degli alberi.  
                   
                   
                   
                   
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